venerdì 29 febbraio 2008

Nuove Verità

Ancora una previsione azzeccata per l'oroscopo "Internazionale" di questa settimana...

"Ricorda Toro: 
Le persone che ti sono vicine cambiano e potrebbero non essere più le stesse di prima.
 Nelle prossime settimane l'abilità di plasmare la realtà in modo creativo dipenderà anche dalla tua voglia di ammettere che nuove verità hanno sostituito le vecchie.

Leggi attentamente questo brano da "The cocktail party"  di T.S Eliot.

"Moriamo ogni giorno gli uni per gli altri. Quello che sappiamo delle altre persone è solo il nostro ricordo dei momenti in cui le conoscevamo. E da allora sono cambiate.
Fingere che loro e noi siamo sempre gli stessi è un'inutile e comoda convenzione sociale che, a volte, bisogna infrangere. Dovremmo ricordare che ad ogni incontro ci troviamo davanti un estraneo"

mercoledì 27 febbraio 2008

CARO PULCINO...


Caro Pulcino,


ti ricorda nulla il titolo di questo post?


Oggi compi 20 anni, e mi sembra ieri che hai fatto capolino fuori dal guscio sbucando nella realtà complessa e anche un po' perversa del non gruppo...non ti sei chiesto in che razza di pollaio fossi capitato?


Le tue piume erano piccole e soffici ma avevi già stampato sul becco quel sorriso malizioso e furbetto che tante volte ha stemperato le atmosfere più tese e drammatiche da film-mattonata che spesso si sono create tra di noi .


Nessuno si sarebbe mai aspettato un ingresso così importante nelle nostre vite, e invece piano piano sei scivolato nei nostri cuori, prima in punta di zampe e poi pigolando sempre più forte, grazie alla sicurezza che acquistavi man mano che ci conoscevi meglio.


Ci hai fatto ridere, ci hai consolato, sei diventato il punto di equilibrio della rosa dei 4 venti ugualmente forti ed egocentrici che soffiano tutti in direzioni opposte- nord,sud, est e ovest- e questo perfettamente incosciente di quanto fossi importante... insomma ti sei fatto amare!


Non sempre ho condiviso i tuoi comportamenti, anzi si può dire che il nostro rapporto sia iniziato sulla burrascosa onda di una gelosia che bene o male ci ha accomunato, che forse inizialmente ci ha posto in contrasto l' uno con l'altro ma che a lungo andare ci ha uniti, trasformandosi nel nostro punto di forza.


Mi guardo indietro e vedo che alla luce dell'ultimo anno ci sono amicizie che ho desiderato ardentemente, talmente tanto da farmi perdere la giusta prospettiva in cui devono essere inquadrate, mentre il nostro legame è stato una rivelazione, proprio perchè completamente inaspettato.


Con te non ho mai avuto bisogno di spiegarmi fino allo stremo per farti capire com' ero fatta, sei sempre stato fortemente empatico e questo mi rassicura tantissimo;


mi hai accettata "in toto", con i miei pregi e soprattutto con i difetti, e la tranquillità che riesci ad infondermi in ogni situazione, tragica o comica, fa emergere i lati migliori di me.


Per questo 20esimo compleanno ti auguro di non perdere mai la freschezza e la spontaneità che ti rendono un pulcino così speciale, con tutto che hai un anno in più e quindi tra poco dovrebbe iniziare a spuntarti una piccola cresta, grazie alle esperienze che farai nella vita e che ti permetteranno di risplendere con tutte le tue innumerevoli potenzialità.


E dopo tutti questi complimenti anche un consiglio..sforzati di essere meno orgoglioso e di non erigere inutili muri nei confronti delle persone e delle situazioni solo per presa di posizione..
Mi rendo conto che è difficile ma considera che è UNA DOPPIA FATICA perchè so che sotto sotto ti costa anche molto.
E soprattutto ABBANDONA QUELLE MALSANE IDEE CHE TI GIRANO PER LA TESTA ULTIMAMENTE!
Potrai avere tutto ciò che desideri in futuro, basta lottare per ottenerlo!!!!!
Concludo ringraziandoti per tutto quello che hai fatto in questi mesi per noi e per quanto sei stato capace di starmi vicino..So che siamo dei "soggetti difficili", ma sai anche che, ognuno a suo modo,ti vogliamo un mondo di bene.


Ti dedico questo post con tanto tanto affetto e una carezza piumosa,
la tua chioccia Joey

martedì 26 febbraio 2008

IL COPERCHIO DEL MARE


Adoro Banana Yoshimoto.
Quando diventerò scrittrice vorrei riuscire ad evocare almeno un quinto di ciò che trasmette lei con le parole...
Ieri mentre aspettavo un amico spalmata per uno dei tanti corridoi stretti e caldi della facoltà di lettere alla sapienza ho iniziato il suo nuovo libro, "IL COPERCHIO DEL MARE", che prende il nome proprio dall'omonima canzone stampata sulla pagina di apertura.
Il testo del brano è di Hara Masumi. Mi è talmente piaciuto che ho deciso di copiarlo qui nel post.





"Alla fine dell'estate chi è stato l'ultimo a uscire dal mare?
L'ultimo è tornato a casa senza chiudere il coperchio del mare
E da allora per tutto questo tempo il mare è rimasto scoperchiato
I ciliegi, le dalie, le creste di gallo
i girasoli,le margherite e i papaveri
Perchè continuano a fiorire
ancora e ancora
in questo mondo senza te?

La terra è sommersa fino alle ginocchia dall'acqua del mare
le maree aumentano e influenzano la luna
e visto che il mare è rimasto scoperchiato
la luna si è gonfiata in un plenilunio fasullo
Non guardare il viola all'esterno
dell'iride che circonda la luna: è un veleno!
I melograni, le akebia, i fichi
i mirtilli, le fragole di bosco e l'uva selvatica
Perchè continuano a maturare
ancora e ancora
in questo mondo senza te?

Le donne piangono e anche gli uomini piangono guarda!
La tristezza gli arriva all'altezza dei pantaloni
e visto che il mare è rimasto scoperchiato
la notte si estende sempre più senza mai sovrapporsi
Ormai è da giorni che siamo fermi a ieri
nessuno in città se n'è accorto
Orione, Canopo, Perseo,
Cassiopea e l'Orsa Maggiore
Perchè continuano ad apparire
ancora e ancora
in questo mondo senza te?

Di qui in avanti io
incontrerò ancora molte persone
"buongiorno" "bel tempo, eh?" "che pioggia fastidiosa!" "stia bene!"
in questo mondo senza te...

Buongiorno- buonasera- scusi,che ore sono?- siete stati tutti bene dall'ultima volta che ci siamo visti?- permesso? ti amo
ci vediamo dopo- ultimamente le giornate si sono accorciate, eh?- anche oggi c'è un'umidità terribile
bene o male anche quest'anno sta per finire- dicano pure quello che vogliono, niente batte il mare d'estate- addio, non ci vedremo mai più! pronto? pronto? le chiedo scusa per l'altro giorno- le chiedo perdono per l'altro giorno- le chiedo venia per l'altro giorno- le chiedo... al momento siamo assenti- a ogni modo, piove moltissimo...

Alla fine dell'estate chi è stato l'ultimo ad uscire dal mare?
L'ultimo è tornato a casa
senza chiudere il coperchio del mare
e da allora per tutto questo tempo il mare è rimasto scoperchiato"

domenica 24 febbraio 2008

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI

Questo video attesta il mio stato di panico e la mia disperazione per l'esame di domani...
come sono caduta in basso!!!!!!!!!! IN BOCCA AL LUPO ANCHE A TE, PULCINO!!!!
Ci attende una lunga nottata di studio...




IL GRANDE "SCEICCO" ROMANO




In memoria di Alberto Sordi

Roma, 15 giugno 1920- Roma, 24 febbraio 2003

"È stato l'attore più grande ma è soprattutto stato uno straordinario autore, l'artefice del suo personaggio con cui ha attraversato più di 50 anni di storia italiana. Da regista dico che era straordinariamente facile lavorare con Sordi proprio perché era un grandissimo; bastavano poche occhiate e ci si capiva sul tono da dare alla sua interpretazione e quindi al film. È stato un comico capace di contraddire tutte le regole del comico " (Mario Monicelli)

La fotografia che ho scelto per commemorare "Albertone" non è un caso.Vuole essere un omaggio a lui e alla mia scena preferita de "Lo Sceicco Bianco", film magistralmente diretto da Fellini e interpretato altrettanto magnificamente dall'attore romano.

sabato 23 febbraio 2008

MATER DOCET

Ho deciso di pubblicare un commento al mio post " INTERVALLO" in onore delle grandi perle di saggezze che elargisce sempre mia madre...

BUONI MOTIVI PER ESSERE SINGLE SECONDO SIMONA

ULTERIORI 10 MOTIVI PER ESSERE SINGLE
-Domandare al proprio fidanzato (stravaccato da ore sul divano,con lo sguardo perso nel vuoto mentre si arrotola una ciocca di capelli) a cosa pensi e sentirsi rispondere alle zebre.
-Comprare tre secchi della spazzatura di tre colori diversi , etichettarli: uno per la carta , uno per la plastica e il vetro, uno per tutto il resto e trovare regolarmente dentro quello della carta una scatoletta di tonno trasudante olio
-Doversi trovare a pulire il tipico reperto marrone sulle pareti del water o peggio ancora nel bidet
-Restare sempre con gli yoghurt finiti , i succhi di frutta finiti, la frutta finita, il tonno finito, il salame finito, i biscotti finiti e gli actimel che finiscono prima di entrare in frigo
-Sforzarsi a vedere film di cui vorremmo perlomeno ignorarne l’esistenza e fare persino finta che siano interessanti (segue lista: tuttii film western, tutti i film in bianco e nero western, tutti i film di bud spencer e terence hill, tutti i film di totò)
-Svuotare i posaceneri di casa propria contenenti le cicche dei suoi amici dal momento che abbiamo smesso di fumare da 2 anni
-Non dover spiegare almeno una volta al mese che cos’è un assorbente, come mai siamo un po’ di cattivo umore come mai siamo sveglie alle tre di notte piegate in due dal dolore.
-Impegnarsi in una caccia al tesoro ogni volta che a lui serve Qualsiasi cosa
-Non dover ogni volta spiegare perché non si mette il rosmarino nel sugo di pomodoro o il burro nella pasta con le cozze. Non si mette e basta.
- Dover rispondere con sincerità alla domanda ma mi ami?

martedì 19 febbraio 2008

ALLA LUCE DEL SOLE




Ieri dopopranzo ,per festeggiare alla faccia della dieta , sono andata a prendere un megacono con cialda doppia panna-pistacchio e cannella in una delle mie gelaterie preferite, sull'Isola Tiberina di fronte al Fatebenefratelli.
Quest'estate passavo di lì con un mio amico praticamente un giorno si e l'altro pure e poi scendevamo a mangiare dove montano sempre bancarelle di ogni tipo durante i mesi estivi che però aprono solo la sera quando fa abbastanza caldo.
Avevamo perfino corrotto i guardiani che ormai ci conoscevano e non ci dicevano più niente.
Ci sedevamo su una piattaforma che sta proprio sotto al ponte e parlavamo di tutto o restavamo in silenzio, commentavamo la giornata, leggevamo i passi di qualche libro che ci aveva colpito particolarmente o ci divertivamo con stupidi pettegolezzi, ma qualunque fosse il nostro umore- allegro o triste, imbronciato o spensierato- avevo la sensazione che in quel luogo, con il fiume che scorreva sotto di noi sempre uguale e comunque diverso, non sarebbe potuto succedere nulla di male.
Così con il gelato in mano anche ieri avrei voluto rendere omaggio alla tradizione e andare un po' a sedermi là. Stavo infatti percorrendo il ponte che collega l'isola alla strada, pronta a scendere la scalinata, quando con un riflesso automatico ho guardato giù vicino al fiume e alla piattaforma, dove si è presentato ai miei occhi uno spettacolo che mi ha gelato il "sangue nelle vene", è proprio il caso di dirlo.

3 ragazzi abbastanza giovani, 2 uomini e una donna, stavano in gruppo seduti vicini, la ragazza di fronte e gli altri di spalle. Si vedeva lontano chilometri che avevano un'aria di losca complicità ma lì per lì non mi sono bene resa conto di quello che stava per succedere, credevo si trattasse semplicemente di 3 sbandati, magari un po' ubriachi o al massimo accannati.
Ad un certo punto i 2 ragazzi si sono voltati nella mia direzione e ho constatato con orrore che tutti e 3 avevano un braccio nudo che tenevano piegato verso l'interno.
Ho visto perfettamente tutta la scena, perchè mi ero bloccata proprio a metà del ponte e quando dopo qualche secondo (che a me sono sembrati secoli) hanno disteso le braccia e si sono tolti una siringa dalla vena, non c'erano più dubbi che si fossero iniettati qualche tipo di droga.
Sono rimasta sconvolta, impietrita.
Quest'estate una volta avevo visto un laccio emostatico abbandonato sulla scalinata che lasciava indovinare che quello fosse uno degli scenari del lato oscuro di Roma , ma nella mia mente ho sempre immaginato che i tossicodipendenti si drogassero al "calare delle tenebre", di notte quando non potevano essere visti, non in pieno giorno, in pieno centro, davanti agli occhi di decine di persone, con le macchine dei carabinieri parcheggiate a pochi metri!!!!!!!!!!!!!!
Così mi sono voltata e ho fatto il giro dall'altra parte del lungotevere, quasi con le lacrime agli occhi dalla rabbia.
Rabbia per quelle persone che arrivano ad un gesto talmente palese alla luce del sole perchè evidentemente non hanno più nulla da perdere nè da chiedere alla vita se non la loro "dose", rabbia per la mia città, la capitale d'Italia, la "Roma caput mundi", che culla e allatta anche questo tipo di realtà, e infine rabbia per la magia e la tranquillità di quel posto, che si sono infrante per sempre, finendo nel Tevere insieme alle siringhe che quei 3 hanno gettato indisturbati dopo essersi sorrisi tra di loro.
Forse sarà stata la suggestione del momento, ma dietro ad un'effimera felicità mi è sembrato di cogliere nei loro occhi un fondo di amara disperazione.

Fortunatamente poi mi sono vista con Dario, che chiamo "Guru" proprio per la sua capacità di trovare le parole adatte ed i consigli giusti in ogni situazione, e dopo avergli raccontato tutto mi sono un po' calmata, ma quella scena non me la sono tolta dalla mente per tutto il giorno e chissà per quanto ancora resterà vivida dentro di me.
Probabilmente sarà una di quelle immagini che difficilmente dimenticherò.

lunedì 18 febbraio 2008

DATEMI UN PIZZICOTTO!

Stanotte non ho chiuso occhio... ho pensato tutto il tempo alle improvvisazioni di ieri sera a teatro, quella del set cinematografico e l'esercizio dell' essere senza difesa, che mi hanno emozionato entrambi...
Ma soprattutto... pensavo ai risultati di economia politica che sarebbero usciti stamattina...
Così per scrupolo prima di andare all'università ho fatto un salto sul sito del professore e------------------------------- ERANO PUBBLICATI I VOTI!
Non so come abbia trovato il coraggio di scendere fino al cognome "d'Amico", ma alla fine l'ho fatto e un altro po' svengo----------- 28!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non voglio sembrare autocelebrativa ma preparare quest'esame è stato più duro del previsto,
primo perchè la materia mi faceva veramente schifo ( come ho già scritto non mi sento affatto portata per diagrammi, razionalità e ragionamenti logici) , secondo perchè è capitato in un momento particolare della mia vita in cui non avevo proprio la testa per studiare e dopo 2 pagine mi veniva subito mal di testa per il troppo stress e scoppiavo a piangere.......
Quindi in realtà mi auguravo soltanto di passarlo, anche se ovviamente mi sarebbe dispiaciuto prendere un voto basso, ma credo che avrei accettato qualsiasi cosa pur di non rimettermi ad aprire quel libro odioso che aveva impressi sulle pagine non solo un sacco di esercizi noiosi ma anche tanti ricordi bui..........
No, dai, non è possibile sto ancora sognando.... DATEMI UN PIZZICOTTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Mi trovo costretta a concordare con il mio "caro" Supertramp quando dice:
" se vuoi qualcosa devi solo allungare la mano e prendertela..."

PS=un ringraziamento speciale va alla mia Fenny che mi ha sopportato in quel delirante week-end a Sutri pochi giorni prima dell'esame e mi ha pazientemente ascoltato e psicanalizzato:GRAZIE di cuore!
Colgo l'occasione per DEDICARE ad entrambe questa canzone dei nostri amati Queen che non ci tradiscono mai...( e ovviamente IN BOCCA AL LUPO!)






sabato 16 febbraio 2008

INTERVALLO

Credevo di riuscire a scrivere entro stasera la seconda parte di "San Faustino e il destino", ma mi sto lentamente abioccando sulla tastiera e non sono neanche a metà.
Così ho deciso di finire domani, e nel frattempo vi do la buonanotte con i miei personalissimi 10 BUONI MOTIVI per essere e rimanere felicemente single che ho elaborato in questi giorni.

Quando sei single puoi...

1) Abbuffarti di cioccolata e gelato davanti ad un filmetto strappalacrime da 2 soldi senza sentirti dire che sei il solito bulimico piagnucolone e senza che nessuno si senta in dovere di consolarti quando tu VUOI SOLTANTO AFFOGARE nel tuo evidente e non troppo inconscio masochismo.
2) Prenderti una pausa di riflessione con te stesso senza dover avvertire nessuno "guarda, è meglio che per un po' non ci sentiamo" e senza poi rispettare quegli stucchevoli convenevoli che seguono quando non si sa mai come comportarsi che tanto, detto tra noi, in qualsiasi modo si agisca si sbaglia.
3) Vestirti come ti pare senza sentire commenti di alcun genere ( specialmente quelli sulla lunghezza risicata delle minigonne, per le donne e sui maglioni sformati finto cachemire-padre di famiglia, per gli uomini).
4) Avere periodi più o meno lunghi di solitario stranimento e non dare spiegazioni.
5) Cedere agli infantilismi e non dare spiegazioni.
6) Fare sesso con chi vuoi e non dare spiegazioni.
7) Concentrare tutte le energie per comprendere le proprie turbe mentali e non quelle di qualcun altro.
8) Partire per un viaggio e non dover mandare neanche un sms.
9) Evitare i tira e molla tipici delle telenovelas, che per esprimere le emozioni che derivano da questi "drammi sentimentali" gli attori delle fiction prendono un sacco di soldi mentre tu i soldi vai a darli ad uno psicanalista.
10) Essere libero.
Si lo so che la libertà reciproca dovrebbe essere un presupposto fondamentale affinchè un rapporto di coppia funzioni ma, avanti, QUANDO MAI è COSì????


E dato che sono una ragazza sincera ed onesta con me stessa adesso scriverò anche 10 buoni motivi per non essere single: ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................
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Emh, vi giuro che in questo momento non mi viene in mente nulla, a parte

- l'egoistica gioia che deriva dall' essere importante per qualcuno ( ma si può esserlo benissimo anche da single)
-la gioia egoistica che deriva dal baciare qualcuno che è importante (ma si può farlo benissimo anche da single).

Anche la ricerca di emozioni che supporta questi 2 motivi è completamente indirizzata verso noi stessi, argomentazione ulteriore della mia tesi "MEGLIO ESSERE SINGLE CHE MALE ACCOMPAGNATI" o ancora più sinteticamente
"
MEGLIO ESSERE SINGLE...E BASTA!"

SAN FAUSTINO E IL DESTINO parte seconda


Per chi ha avuto la pazienza di leggere fino in fondo la prima parte del post, eccone il seguito.
Che poi in realtà non si tratta di un seguito vero e proprio, bensì di una sorta di "secondo tempo" della giornata, o meglio della serata.

2) SAN FAUSTINO ALL'AUDITORIUM

Ieri, 15 febbraio, non era soltanto la festa dei single bensì anche la data fissata per la terza lezione di giornalismo all'Auditorium Parco della Musica.
Di questa iniziativa di Internazionale insieme a Musica per Roma ne ho parlato qualche tempo fa, allegando l'elenco completo degli appuntamenti con i relativi protagonisti e la calorosa raccomandazione di prendere i biglietti per tempo che, per il basso prezzo e l'esiguo numero di posti disponibili , finiscono quasi subito.
Infatti una decina di giorni fa dopo aver accompagnato mia sorella alla lezione di orchestra sono passata in biglietteria per acquistare 2 ingressi per la serata di ieri, da regalare ad un amico che a giorni compirà gli anni.
Purtroppo il biglietto che vedete fotografato qui sopra era l'ultimo superstite rimasto al botteghino ed io ci tenevo particolarmente ad assistere alla mia prima lezione di giornalismo, dato che per una serie di peripezie varie non avevo potuto partecipare alle prime 2, quella di Amira Hass e di David Remnick.
E così ho deciso di comprarlo comunque e di trascorrere la fine di San Faustino con la migliore compagnia che potessi avere: me stessa.
Mi sono preparata, vestita, truccata, ho preso la borsa a tracolla di velluto nero dall'armadio di mia madre e c'ho stipato dentro la mia agenda Moleskine, una penna, una matita e un temperino, "il legame" -un libro bellissimo che abbiamo comprato io e Miriam l'anno scorso durante il festival della letteratura a Massenzio- un maglione in più perchè ieri faceva veramente freddo, la trousse e ovviamente Internazionale.
Ho accompagnato Pink al portone, ho inforcato il motorino e mi sono diretta verso l'Auditorium.
Non mi ha fatto strano essere da sola, perchè mi è già capitato alcune volte di vedere un film al cinema o uno spettacolo a teatro in "beata solitudine", come direbbe Pink, anche se un po' mi dispiaceva che lui non ci fosse perchè avevamo programmato di andare insieme alla lezione. Sarà per la prossima volta, mi sono detta.
Parcheggio a viale de Coubertin, lego il casco al bloccadisco, no è meglio che me lo porto sennò me lo fregano, passo il bancomat, il locale, la libreria,il cancello,tutto come sempre quando vengo qui. Eppure lì davanti a quell' ampia vetrata, quell' entrata così familiare che varco ogni volta che vado a prendere Ludovica a coro o a violoncello, quell'entrata che mi ha proiettato verso i concerti più disparati, per un attimo là davanti mi sono sentita smarrita.
è incredibile quanto un incontro sbagliato al momento sbagliato possa scivolare così silenziosamente in mezzo ad una folla rumorosa di spettatori brulicanti , eccitati per l'inizio di qualcosa o magari delusi per la fine di qualcos' altro.
Per qualche secondo mi sono trovata anch'io a metà tra quelle 2 emozioni, persa tra un'eccitazione e una delusione, senza sapere bene a quale dare retta.
Ma è stata un'esitazione che è durata soltanto un istante(il tipico istante da film in cui per te il tempo si ferma e per il resto del mondo continua a scorrere normalmente), la prima sensazione si è imposta decisa sulla prima e così sono finalmente entrata.

L' Auditorium di sera ha un'atmosfera surreale, quasi mistica.
I passi della gente risuonano da un atrio all'altro e si mescolano al marmo dell'ingresso, insinuandosi fin nel parquet delle sale dall'acustica perfetta. Si respira l'arte in ogni gradino che sali o scendi per arrivare alla tua meta. E la mia era il Teatro Studio, dove già era in piedi sul palco il presentatore che introduceva l'ospite della serata : Alexander Stille, giornalista americano e professore alla Columbia University.
Quello che subito mi ha colpito è stato il tono professionale ma comunque interattivo con cui uno dei protagonisti della stampa statunitense, che collabora con i maggiori periodici americani( il New York Times, il Washington Post e l'Atlantic Montly) si è rivolto in un italiano perfetto al pubblico , come se stesse parlando ai suoi studenti.
Stille non ha puntato l'attenzione su se stesso, bensì ci ha guidato sapientemente tra i labirinti delle problematiche che sorgono intorno ai 2 grandi valori che dovrebbero essere i fari di ogni tipo di giornalismo e dei giornalisti di tutto il mondo: l'indipendenza dal potere politico e l'obiettività dei fatti. Un filo conduttore saggiamente srotolato attraverso il costante confronto tra giornalismo italiano e quello americano, sottolineandone diversità e affinità.

Il tema della lezione era "l'Italia vista dagli altri" , e tra le prime frasi che il giornalista ha pronunciato c'è stata quella tratta da un saggio di Enzo Forcella " per essere imprenditori in Italia occorre avere un giornale", che evidenzia come nel nostro Paese sia il referente politico ad essere il privilegiato e come i giornali si rivolgano essenzialmente ad un gruppo ristretto di lettori. A testimoniare questo non sono soltanto i dati che Stille ha rigorosamente riportato sulle fasce di età interessate o l'audience bensì la schiacciante verità che che trapela dal giornalismo italiano : non sono i fatti a contare bensì il POTERE.
Se da una parte questo tratto accomuna la situazione politica nata sotto gli astri di Berlusconi e di Bush( che sono stati definiti durante la conferenza dei "personaggi polarizzanti", nel senso che o si è con loro o contro di loro) dall'altra accentua la differenza tra le nostre testate e quelle statunitensi. Chi non ha mai riscontrato che in Italia una notizia importante viene riportata per intero nel suo "iter" di svolgimento solo un paio di volte dallo stesso giornale, per poi essere amplificata, commentata e colorata in base alla direzione del vento politico del momento?
Durante la stesura del suo libro su Berlusconi 2 o 3 anni fa Stille si è trovato ad intervistare Cesare Romiti,dirigente aziendale, insieme ad un ex-dipendente della fiat; quest'ultimo ha chiesto al giornalista come mai i giornali americani criticassero Berlusconi che era tanto amico del loro governo . La risposta di Stille è stata breve, ma perentoria:
" perchè la stampa è LIBERA".

Questo non significa certamente che le condizioni della stampa americana siano o siano state tutte rose e fiori.
La tradizione americana dell'indipendenza del giornale è nata negli anni '30-'40 dell'800 con l'avvento del quotidiano. Tutti, produttori, venditori e consumatori hanno aspirato ad un prodotto credibile, poichè nessuno desiderava giornali con un solo tipo di lettore.I soldi hanno così cominciato a girare sul serio intorno a quelle effemeridi stampate.
Durante i primi anni della guerra in Vietnam un giovane corrispondente americano del New York Times riportava con assoluta fedeltà che la situazione non stava andando per niente bene come diceva il governo. Così Kennedy ha esplicitamente richiesto che queste voci fossero messe a tacere, approfittando del fatto che il giovane sarebbe dovuto andare a lavorare un anno a Londra. Ma il New York Times non inviò il giovane in Inghilterra e lo fece rimanere un altro anno in Vietnam per non dare l'apparenza di seguire la richiesta del presidente degli Stati Uniti.

Ci sono stati certamente nel corso della storia degli esempi di obiettività imperfetta.
Alexander Stille ha affermato di non credere nell'obiettività in quanto tale, ma in quanto idea utile da perseguire, un limite infinito cui tendere ; ha parlato di FAIRNESS, parola che non ha corrispondenza nella lingua italiana e che richiama la radice di "giustizia" e la figura di un arbitro che rispetta le regole del gioco.

In America ciò che ha più recentemente messo in crisi questo valore è stato certamente la guerra in Iraq : al momento dell'invasione i media hanno perso il controllo.
Ma il compito di un giornalista è quello di raccontare la verità dei fatti, non di parteciparvi; egli ha il dovere di essere "un analista indipendente, non lo stenografo del governo".
"Il vero giornale- ha poi continuato Stille- è quello che è costretto a parlare di fatti che vanno contro i propri interessi. Ciascuno ha diritto alle proprie opinioni ma non ai fatti: essi devono mantenere una loro imparziale obiettività."

La lezione è terminata comunque con una nota di ottimismo.
La diffusione di Internet e dei nuovi media introduce nella sfera intricata del giornalismo nuovi rischi da affrontare, a partire dalle fonti non accertate cui siamo esposti ogni giorno per finire con le statistiche che dimostrano che i lettori dei siti dei giornali sono sì nettamente aumentati rispetto a quelli che leggono il prodotto cartaceo , ma che il tempo che ciascun utente trascorre sul "punto com" è veramente minimo( dai 5 minuti in giù).
Eppure è proprio perchè si tratta di problematiche sentite che "troveremo il modo di sciogliere questi nodi", come ha concluso Alexander Stille stesso.

L'ultima mezz'ora è stata dedicata alle domande del pubblico al giornalista.
Gli è stato chiesto come si valutasse una notizia,quale fosse la sua posizione in merito alla nascita di blog e piccoli siti, se in America fosse diffusa la percezione che il giornalismo libero e obiettivo fosse un pilastro della democrazia e quanto peso avessero i finanziamenti pubblici.
Le risposte sinceramente non le ricordo tutte, anche perchè ero troppo concentrata ad articolare la mia domanda e mi è preso un colpo quando la mascherina si è avvicinata con un microfono e mi sono ritrovata una telecamera puntata in faccia( mi sono ricordata dopo che tutti gli interventi vengono filmati).

Non so se nella mia vita diventerò una scrittrice o una giornalista. Probabilmente si, forse no.
Ma so che in futuro vorrei poter salire su un palco e avere la possibilità di parlare di qualcosa che mi stia talmente a cuore da illuminare il mio sguardo con quella stessa luce che brillava negli occhi di Alexander Stille ieri sera.
Sono uscita da lì completamente frastornata, immersa nei miei pensieri.
Sono andata a prendere un succo di frutta al bar e poi in automatico dritta verso la libreria, ma in realtà dentro di me risuonavano ancora le parole che avevo ascoltato e sentivo crescere dentro di me un incalzante, irrefrenabile desiderio di cambiare le cose.
Ma le sorprese non erano finite.
Mentre mi avviavo verso il motorino ho notato 2 ragazzi che camminavano nella direzione opposta alla mia. Il locale "Red " che sta vicino al bancomat era colmo di gente dentro e fuori
( con quel freddo!) e quindi non mi è sembrato troppo strano che uno dei 2 si staccasse e venisse verso di me, convinta che avesse visto qualcuno di familiare che doveva trovarsi alle mie spalle.
è incredibile quanto un incontro giusto al momento giusto possa scivolare così silenziosamente in mezzo ad una folla brulicante di persone, emozionate per l'inizio di qualcosa o magari sorprese per la fine di quacos' altro. E così, per la seconda volta in quella serata, mi sono trovata di nuovo al confine tra 2 sensazioni forti, che hanno esitato soltanto per un attimo e si sono fuse insieme mentre mi sono ritrovata stretta tra le braccia di una persona che mi ha visto crescere, che non vedevo da 2 anni, che non abita a Roma e che invece per una serie di coincidenze quella sera era proprio all'Auditorium, nello stesso istante in cui c'ero anch'io.

Sono tornata a casa all'una passata e su sky stavano per trasmettere il mio film preferito di Ozpetek "Saturno contro".
Mentre mi infilavo il pigiama e mi ficcavo sotto le coperte ipnotizzata da quella scatola che poco prima Stille aveva definito un" tostapane con immagini" ho pensato:
"questo è certamente il San Faustino più bello della mia vita!"

SAN FAUSTINO E IL DESTINO parte prima

Ieri, San Faustino, festa dei single, è stata una giornata intensa e ricca di sorprese.
Per questo dividerò questo post in 2 parti.


1)SAN FAUSTINO SELVAGGIO

Dopo aver combattuto con il letto sfasciato alle ore 4 del mattino finalmente io e Pink cadiamo in un sonno profondo, pesante come può essere Morfeo soltanto dopo aver giocato a freccette con Bacco.
Destati alle 2 del pomeriggio dalle note soavi dell'aspirapolvere passato da Myra ci siamo nutriti di wurstel sbruciacchiati per colpa di distrazioni assonnate, e di pastarelle e tartine, avanzati dal cenone del 14.
Abbandonato senza troppi rimpianti ogni progetto coscienzioso di studio, ci siamo armati di plaid e tanta buona volontà per vedere finalmente il famoso "INTO THE WILD" , che ha suscitato recentemente commenti di ogni tipo tra i giovani della nostra generazione.
Ammetto di essere partita prevenuta nei confronti di Chris McCandless, il tormentato giovane protagonista della storia, eppure nonostante la grande stanchezza non sono crollata come al mio solito perchè, bisogna riconoscerlo, la regia e la sceneggiatura di Sean Penn hanno dato ottimi risultati e anche perchè l'attore Emile Hirsch è un gran pezzo di figo, oltre ad essere molto bravo.
La storia è semplice e lineare, tratta da fatti realmente accaduti che sono stati narrati nel libro di Jon Krakauer "Nelle terre estreme", per i cui diritti il regista ha dovuto aspettare 10 anni.

Un giovane americano benestante di 24 anni, dopo aver conseguito la laurea ,nel 1990 decide di chiudere i ponti col passato e di far perdere ogni traccia di sè.
Dona tutti i suoi soldi in beneficienza, brucia i contanti che gli sono rimasti e abbandona la propria macchina per lanciarsi in un viaggio estremo attraverso l'America.
E già qui ho iniziato a storcermi.
Va bene la beneficienza ma che mi significa dare fuoco alle banconote?
è dare uno schiaffo alla miseria, è dire" io che sono nato ricco bianco e fortunato posso scegliere di privarmi completamente perfino del simbolo più eclatante della società in cui vivo e lo disprezzo talmente tanto da annientarlo". Si caro, ma senza il denaro messo da parte per farti studiare come avresti potuto ricevere un'istruzione e leggere quei libri che ti hanno aperto la mente?. Continuiamo.
L'inquietudine di Chris, in parte dovuta al pessimo rapporto con i genitori, lo spinge ad attraversare gli Stati Uniti e il Messico del nord, dietro lo pseudonimo di "Alexander Supertramp".
Durante il suo viaggio verso l'Alaska, la meta da lui maggiormente ambita, incontrerà sulla sua strada diverse persone.
Primi tra tutti una giovane coppia hippie, che iniziano a considerarlo come il figlio che non hanno mai avuto; poi una cantautrice di soli 16 anni, bella come il sole , con una voce d'angelo, e palesamente interessata a Chris, che gli si offre completamente.
E lui come si comporta?
Non di certo come qualsiasi uomo avrebbe fatto ma le chiede invece" facciamo qualcos'altro insieme?".
Un comportamento davvero ammirevole, ma molto poco credibile e decisamente ottuso.
Prima di arrivare in Alaska l'ultima persona che conosce è Ron, un anziano ottantenne cui sono stati uccisi la moglie e il figlio, che da tempo ha rinunciato a vivere e si è chiuso nella solitudine del suo piccolo laboratorio dove lavora il cuoio.
Il vecchio si affeziona talmente al suo "Alex" che gli chiede perfino di adottarlo e in tutta risposta il ragazzo bofonchia che ne parleranno al suo ritorno.
Giunto finalmente a destinazione, il giovane si immerge nella natura di quelle terre immense e trae conforto dagli amati libri, gli unici compagni di questa folle finale avventura.
Si perchè il sapientone, dopo aver trascorso qualche settimana in un autobus abbandonato, e rischiando di morire di fame, dopo aver letto un passo particolarmente significativo decide di fare ritorno a casa ma, ahimè, sfortunatamente, il torrente che all'andata aveva attraversato con facilità si è trasformato in un vero e proprio fiume in piena.
è così che Chris si ritrova bloccato in quello che lui chiama il "magic bus", senza animali da cacciare e con la mente offuscata dalla disperazione che lo porta a confondere 2 tipi di bacche, uno commestibile, l'altro velenoso, infliggendosi così una morte dolorosa e solitaria.
Ah certo, non prima di aver capito che la felicità si trova sì dentro noi stessi ma che è reale soltanto se condivisa con gli altri, conclusione condensata nella frase migliore del film che egli appunta prima di morire
"HAPPINESS ONLY REAL WHEN SHARED".

Capisco l'avventura, la ribellione, la rabbia giovanile e anche un po' la presunzione di remare contro questo mondo di cui siamo stati preda tutti almeno una volta nella nostra vita ma quello che mi domando è:
c'era bisogno di tagliare fuori dalla tua vita tutte le persone che ti vogliono bene e andare ad avvelenarti in Alaska per scoprirlo??????
Evidentemente si.
Dolcissima la scelta registica di fare della sorella la voce narrante, punto di vista esterno che accarezza ogni problematica del fratello che comprende meglio di chiunque altro.
Vena polemica a parte, è indubbia la profonda sensibilità del personaggio e il percorso interiore che compie per arrivare alla propria "verità" , in questo viaggio selvaggio a tratti allucinante, a tratti ammaliante ma sempre affascinante.
Le scene riuscite meglio per me sono quelle degli "addii" in cui il ragazzo saluta per sempre coloro che hanno incrociato il suo cammino e per i quali è diventato importante.
In un modo o nell'altro il giovane lascia dietro di sè qualcosa in sospeso, di non detto, dei nodi irrisolti che lo inducono a continuare a scappare.
Forse è proprio il peso di contare realmente per qualcuno, di essere il punto nevralgico di un'aspettativa che lo rende una figura senza pace, alla continua ricerca della ricetta per la felicità che in realtà già possiede dentro di sè.
Per questo la fine a cui va incontro mi ha rattristato e mi ha fatto anche un po' arrabbiare, quella morte che costringe la sua mente a volare per l'ultima volta tra le braccia dei genitori e a pensare" se io stessi correndo adesso tra le vostre braccia, voi vedreste quello che vedo io adesso?"
Le parole che Chris rivolge al vecchio prima di partire sono molto vere e lo scopro ogni giorno di più, specialmente in questo periodo" la gioia non deriva principalmente dai rapporti umani, ma è in tutto quello che ci circonda", ma mi sembra altrettanto logico che l'uomo ha per natura un innato bisogno di confrontare pensieri, emozioni ed esperienze con i suoi simili. Insomma di condividere.
Tenendo però sempre presente che il centro di ogni cosa che ci riguarda non è negli altri,ma dentro noi stessi.


venerdì 15 febbraio 2008

CAZZI E CUORI A SAN VALENTINO

Testimonianza dei momenti di delirio della cena anti-san Valentino di ieri sera.
Da ricordare: il letto sfasciato alle 3 di notte, i discorsi ubriachi di Pink sulla monogamia( immortalati da Roberta), la pianta portata da Mao a Simona che mi ha fatto perdere la scommessa(vittoria truccata!!!!!!!!!), i piuccheparenti in tutto il loro splendore, la mitica pasta al forno radicchio e provola e dulcis in fundo i biscotti che vedete qui sopra (cazzi e cuori)!!!!!

giovedì 14 febbraio 2008


"E CHE COS'è UN BACIO?
UN APOSTROFO ROSA
TRA LE PAROLE TI AMO,
UN SEGRETO DETTO SULLA BOCCA."

Edmond Rostand,CYRANO DE BERGERAC

mercoledì 13 febbraio 2008

UN "DRAMMA"...BAROCCO!


è dalla tenera età di 3 anni che mia madre mi prende in giro chiamandomi Eleonora Duse per la mia inclinazione al "dramma".
Forse non tutti sanno che l'aggettivo "drammatico" deriva dal verbo greco "drao" che significa, fare, agire, muoversi, nell'accezione di vivere l'azione empaticamente e con energia.
Nessuna meraviglia dunque se, tutto sommato, sono abbastanza fiera di avere una personalità reattiva ed emotiva e di non essere una di quelle persone votate all'atarassia epicurea che si lasciano scivolare la vita addosso senza manifestare nulla di quello che hanno dentro.
Anzi, nel corso del tempo ho anche imparato a farmi 2 risate su questa peculiarità del mio carattere; quando qualcuno ora mi apostrofa" giulia, quanto sei tragica.." io gli rispondo" perchè non mi conoscevi quando avevo 15 anni..."

Questi frammenti di inchiostro che ho rinvenuto nel cantuccio di un cassetto della mia scrivania lo testimoniano pienamente!

" Roma, 21 - 10- 2000 h 00,00

L'uomo è un animale presuntuoso.
Crede di valere più di ogni altra creatura su questo pianeta ma la sua vita è uno "0" assoluto rispetto all'immensità dell 'universo.
Lo spazio senza l'uomo rimarrebbe comunque SPAZIO ma l'uomo ,senza il suo pianeta, che significato avrebbe? Nessuno, semplicemente non esisterebbe.
Non proverebbe nè dolore nè sofferenze, navigherebbe in quell'assoluta dolcezza del non essere in cui non esistono confini, limiti e confronti ed ognuno (uso il termine "ognuno" impropriamente) sarebbe uguale all'altro poichè non scisso come individuo, a sè stante, con proprie qualità e difetti.
Navigheremmo nell'immensità dell'infinito leopardiano e saremmo eterni. La pace e la quiete ci avvolgerebbero e soavi e attese bende fascerebbero gli occhi della memoria per non permetterci di ricordare quegli strazi a cui eravamo avvezzi quando eravamo in vita. La luce amalgamerebbe le immagini per offrirci una parità di visuale e non avverrebbero più discriminazioni di persona perchè il concetto di IO , in quel mare lassù, sarebbe annullato. "


Quello di cui mi rammarico è l'aver rimosso completamente le circostanze che mi hanno spinto a scrivere una cosa del genere.
Queste che seguono invece sono delle piccole poesie scritte per un esercizio svolto al ginnasio.
Ci veniva data una parola astratta e dovevamo scrivere quel che ci passava per la mente pensando a quel concetto.

FRAGILITà:

Ala di un uccellino appena consapevole del volo;
cristallo di neve che fatica tempo per donare un effimero riflesso argenteo alla bruna cupa terra che con il suo reale calore scioglie in un abbraccio eterno quella piccola intrepida perla di bontà.

INCOMUNICABILITà
Disperato tentativo di ricondurre all'antico splendore un tacito accordo segreto che mai più esisterà.

AMICIZIA

Eterna sorgente sincera che disseta il cuore della sua perpetua brama d'amore.
Chiave che schiude tutte le porte, anche quelle più accorte, che non ammettono che un sorriso può rischiarare come un aureo raggio ogni viso.
Scontroso, imbrunito, irritato, contrito, che importanza ha?
L'amicizia è amare quel che si è non quel che si ha.

Già alle elementari la mia maestra di italiano affermava convinta che avessi non soltanto del talento nella scrittura ma anche uno stile barocco...e su quest'ultima parte col senno di poi non posso certo darle torto!!!







lunedì 11 febbraio 2008

LA LUCCICANZA

Ieri sera dopo la lezione di teatro alcuni amici sono rimasti a casa mia per una spaghettata.

Il consueto zapping in tv ci ha regalato una vera e propria chicca cinematografica: "Shining" di Stanley Kubrick.

Tutti presumo conosciate la storia.



"Jack Torrance (interpretato da un sublime Jack Nicholson), un insegnante disoccupato a causa di un problema di alcolismo,accetta il lavoro di guardiano invernale di un albergo in Colorado, nella speranza di recuperare la serenità familiare e l'ispirazione di scrittore.

All'hotel, Danny , figlioletto di Jack con doti telepatiche, entra in contatto con Mr. Halloran, il capo cuoco, che gli rivela di essere anche lui in possesso dello "shining",la "luccicanza", ovvero una sorta di magico potere tramite il quale le persone che lo padroneggiano possono prevedere eventi futuri e comunicare tra loro.

L'albergo era stato costruito sopra un cimitero indiano,causando il risveglio di spiriti di gente che ci era stata. Poco a poco l'Overlook Hotel si rivela un luogo pieno di influenze tragiche; era stato infatti teatro in passato di un gesto di follia assassina da parte del vecchio custode, Mr. Grady, che aveva assassinato e letteralmente tagliato a pezzi la famiglia (la moglie e due gemelle di 8 anni) con un'accetta,nella camera 237.

Danny comincia ad avere delle visioni inquietanti (incontra più di una volta le due gemelle figlie di Mr. Grady) e a manifestare disagio, mentre l'equilibrio psichico di Jack viene lentamente compromesso: incontra Mr. Grady e il barista Lloyd, in un incerto confine tra sogno e realtà. Danny cerca poi di mettersi in contatto telepaticamente con Mr. Halloran, il quale una volta avvertito il pericolo raggiunge rapidamente l'Overlook Hotel.Nel frattempo Wendy (Shelley Duvall), la moglie, scopre dei segni di strangolamento sul collo di Danny e crede che ci sia qualcun altro nell'hotel oltre a loro, finché la follia aggressiva di Jack si rivela.

Jack manomette radio e gatto delle nevi, compromettendo così ogni speranza di fuga, per poi cercare di uccidere moglie e figlio armato di un'accetta, proprio come aveva fatto a suo tempo Mr. Grady.
Mr. Halloran, nel frattempo arrivato in albergo con un gatto delle nevi, è ammazzato da un colpo d'ascia infertogli dal custode ormai impazzito .

Danny e Wendy riusciranno a fuggire con il gatto delle nevi di Halloran nel mezzo di una tempesta di neve, mentre Jack morirà congelato nel labirinto dell'albergo in seguito ad un inseguimento con il piccolo Danny. Enigmatica la scena finale in cui si vede Jack comparire in una foto di una festa nell'albergo risalente al 1921, oltre 50 anni prima della vicenda narrata."



Dopo aver visto questo capolavoro kubrickiano per l'ennesima volta, e dopo essere rimasta per l'ennesima volta a bocca aperta sono giunta a qualche considerazione.



1)Il personaggio del bambino(Danny Lloyd) è veramente geniale quando nel labirinto per sfuggire alla furia assassina di Jack, ripercorre le orme paterne sulla neve per scappare senza lasciare traccia della sua presenza.



2)Jack Nicholson, uno degli attori maggiormente premiati nella storia del cinema, si sarebbe di gran lunga meritato l'Oscar per questo film, tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King.



3)La performance della moglie "Wendy",affidata a Shelley Duvall, non vale neanche un quarto di quella del marito.



4)La presenza più inquietante è di sicuro Tony, l'amico-dito immaginario di Danny.

5)Mai vedere "Shining" alle 3 di notte quando si è da soli in casa!

E ora qualche curiosità:

-L'albergo che si vede nel film, il Timberline Lodge, si trova sul monte Hood in Oregon, mentre le scene interne sono state girate in Inghilterra. Per le scene girate negli interni l'albergo è stato ricostruito in studio, prendendo spunto dall’Ahwanee Hotel in California.

-La figlia di Stanley Kubrick, Vivian, girò il film-documentario "The making of Shining", un backstage sulla lavorazione del film Shining, commissionato dalla BBC, un documento di grande interesse che mostra il lavoro di Kubrick dietro le quinte con attori e tecnici, e le sue scelte stilistiche e tecniche.

-Quando Stephen King vide il film, ne rimase contrariato, affermando che non era molto inerente al suo romanzo, da cui era tratto. Per tutta risposta, Kubrick affermò che il libro "non era poi un gran capolavoro".

-Quando Jack si risveglia nella dispensa, si vede nell'inquadratura che le suole delle scarpe sono integre. Questo particolare collide però con la trama, in cui Jack sarebbe uscito all'esterno dell'albergo (completamente ricoperto di neve) per manomettere il gatto delle nevi.

-La frase che Jack ha scritto ossessivamente sulla macchina da scrivere, nella versione originale del film è "All work and no play makes Jack a dull boy". In realtà ne esiste una diversa per ogni localizzazione del film: in quella italiana è "Il mattino ha l'oro in bocca", in quella spagnola "Per quanto tu ti alzi all'alba non sarà mai troppo presto", in quella tedesca "Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi".

-In una delle scene iniziali, il piccolo Danny e sua madre Wendy, sono seduti sul tavolo della loro cucina intenti a fare colazione. Danny sta mangiando un panino, e si può facilmente notare che al variare delle angolazioni, la quantità di esso, varia in continuazione. Ciò, è dovuto al fatto che nei suoi film, Stanley Kubrick ha sempre utilizzato una sola camera per girare, e molte volte, questo, può comportare piccole distrazioni come quella appena citata.

E PER CONCLUDERE IN BELLEZZA LE SCENE PIù PAUROSE CHE NON MI HANNO FATTO CHIUDERE OCCHIO STANOTTE!!!!!

Le gemelle


Redrum


Wendy...!

mercoledì 6 febbraio 2008




"Questa poesia me la leggeva da piccola mio papà quand'ero triste, preoccupata o arrabbiata. Ora che sono tutte e 3 le cose è arrivato il momento di rileggerla,e la dedico innanzitutto a me stessa e poi a tutte quelle persone che hanno la sensibilità e il coraggio che occorrono per trasformare i momenti difficili in punti di forza per l'avvenire"

IF


"If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you,
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too;
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don't deal in lies,
Or being hated, don't give way to hating,
And yet don't look too good, nor talk too wise:

If you can dream - and not make dreams your master;
If you can think - and not make thoughts your aim;
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same;
If you can bear to hear the truth you've spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build 'em up with worn-out tools:

If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss;
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: 'Hold on!'

If you can talk with crowds and keep your virtue,
' Or walk with Kings - nor lose the common touch,
if neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much;
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds' worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that's in it,
And - which is more - you'll be a Man, my son!"

Rudyard Kipling,1910


LETTERA AL FIGLIO

Se riesci a mantenere la calma
quando tutti attorno a te la stanno perdendo,
Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
tenendo conto pero' dei loro dubbi;
Se sai aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato non rispondere con calunnie
o essendo odiato non dare spazio all'odio
senza tuttavia sembrare troppo buono ne' parlare troppo da saggio;

Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se riesci a pensare senza fare di pensieri il tuo fine;
Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta
e trattare questi due impostori proprio nello stesso modo;
Se riesci a sopportare di sentire la verita' che tu hai detto,
distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui;
Se sai guardare le cose, per le quali hai dato la vita distrutte
e sai umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;

Se sai fare un'unica pila delle tue vittorie
e rischiarla in un solo colpo a testa o croce
e perdere e ricominciare dall'inizio
senza mai lasciarti sfuggire una sola parola su quello che hai perso;
Se sai costringere il tuo cuore,i tuoi nervi,
i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti piu'
e cosi' resistere quando in te non c'e' piu' nulla
tranne la volonta' che dice : resisti !;

Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onesta'
o passeggiare con i re senza perdere il tuo comportamento normale;
Se non possono ferirti ne' i nemici ne' gli amici troppo premurosi;
Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo;
Se riesci a riempire l'inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa:
tua e' la Terra e tutto cio' che vi e' in essa
e - quel che piu' conta - tu sarai un Uomo, figlio mio!
ru iza. uvo

sabato 2 febbraio 2008

SCHEGGE DI "DENTE"


A quanto vedete ho eliminato un paio di post , ma niente paura perchè dopo l'esame di economia vi porrò subito rimedio...

Tra l'altro ultimamente la mia voglia di scrivere sembra scalpitare nel mio corpo e pulsare nelle mie vene, rimproverandomi per il tempo perduto..
Dopo essermi scheggiata un dente ieri sera e non riuscendo ad addormentarmi dal fastidio( non lo auguro a nessuno, neanche al mio peggior nemico) mi è sopraggiunta un'ispirazione per il mio nuovo libro.. anzi per il mio libro e basta, perchè purtroppo ancora non ne ho pubblicato nessuno.
E trarrà proprio spunto dalla disavventura capitatami stanotte, che è poi simile a quella che ho vissuto 5 anni fa durante un'estate in Calabria.
Pare che nel mio destino sia scritto che ogni volta che si frantuma dentro di me qualcosa di veramente importante, questo si debba ripercuotere in qualche modo sulla mia dentatura, come fosse un "segno" che mi avverte che ho toccato il fondo, e che più in basso di cosi non si può scendere..
Bizzarra come nemesi, no?
Neanche la fantasia dantesca sarebbe stata in grado di architettare un contrappasso simile:
" Come troppo facilmente regali il tuo sorriso, così quello stesso regalo ti si ripercuoterà contro".
Sono convinta che nulla accade per caso, che ci sia un motivo per cui certi episodi avvengono in un determinato momento ,e forse adesso non mi è chiaro quale sia.
Mentre la mia lingua accarezza stizzita e quasi disgustata il mio 3 incisivo inferiore , quasi a volerlo consolare nonostante il fastidio che le procura il contatto con esso, io mi preparo con la bocca dolente ad una full immersion di studio, dicendo a me stessa che prima o poi lo capirò, il perchè di questa tragicomica ciclicità.